26 anni senza Paolo Borsellino: quel luglio del '92

26 anni senza Paolo Borsellino: quel luglio del ’92

Con Giovanni Falcone il Magistrato simbolo della lotta alle mafie

Sono trascorsi 26 anni da quel tragico giorno in cui scomparve Paolo Borsellino con 5 uomini della sua scorta. Ma nel cuore degli Italiani, il Magistrato è più che mai vivo.

E non solo per quanto ha rappresentato nella storia del nostro Paese, ma anche per i “misteri” che ancora avvolgono molte delle vicende che lo hanno visto protagonista.

Dov’è finita la sua “agenda rossa”? È vero che molti particolari importanti dell’attentato e della sua organizzazioni erano a conoscenza di inquirenti? Perché non fu presa in considerazione la sua richiesta, formulata pochi giorni prima dell’attentato, circa il divieto di parcheggio nel luogo dove poi fu posizionata la fatale auto-bomba?

Queste e molte altre domande tornano d’attualità ogni qualvolta si ricorda il nome di questo eroe.

Tra le date ricordate di quel 1992 ci sono anche quelle del 13 e del 25 maggio. Nella prima il Movimento Sociale Italiano decise di proporre il nome di Paolo Borsellino quale Presidente della Repubblica. Il successivo 25 maggio risultò eletto Oscar Luigi Scalfaro.

Date non certo riconducibili a complotti, ma significative di quanto la Storia d’Italia degli ultimi 30 anni avrebbe potuto essere diversa se le forze politiche avessero concentrato i loro voti sul nome del magistrato.

Eppure Paolo Borsellino è sempre stato il prototipo “dell’uomo delle istituzioni”. Lo testimonia la sua vita irreprensibile, il senso del dovere. Ma anche il coraggio nell’andare incontro ad una sorte che sapeva ormai scontata. Ma che avrebbe potuto essere evitata qualora Borsellino fosse assurto ad un incarico istituzionale che nessuno più di lui avrebbe meritato.

E quasi per ricorso storico, anche se amaro e col gusto del tardivo, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, lo ricorda invocando: “Onorare la memoria di Borsellino continuando a cercare la verità”. Segno inequivocabile che la verità non sarebbe ancora emersa.

Resta il ricordo di un eroe e l’esempio di un uomo integerrimo, e leale fino alla morte.

Paolo vive!

 

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